Namex meets Open Fiber

Colloquio tra Maurizio Goretti e Simone Bonannini

Maurizio Goretti: Buongiorno a tutti. Il mio nome è Maurizio Goretti, sono il direttore generale di Namex, eccoci ad un nuovo appuntamento in cui, come abbiamo già fatto nel passato, incontriamo uno dei nostri Internet Service Provider collegati al punto di interscambio. E’ con noi Simone Bonannini, Chief Marketing e Commercial Officer di Open Fiber, ciao Simone!

Simone Bonannini: Un saluto a tutti gli ascoltatori

MG: Proveremo a farci raccontare meglio l’azienda per cui lavori ormai da molti anni che è Open Fiber e poi proveremo a farci raccontare da te uno dei servizi che si chiama xPoP BACKBONE, che avete recentemente lanciato sul mercato.

SB: Open Fiber nasce cinque anni fa da due grandi azionisti di questo paese: Cassa Depositi e Prestiti ed Enel, per altro siamo in questo momento in una fase di cambiamento dell’azionariato, CDP salirà al 60% ENEL uscirà e al suo posto, con il 40%, ci sarà uno dei più grandi fondi infrastrutturali del mondo che si chiama Macquarie.

Open Fiber nasce con la mission di cablare il nostro paese in fibra ottica. Noi arriviamo fino a dentro a casa del cliente residenziale, fino dentro a casa del cliente business, fino dentro ai Data Center e punti notevoli di questo paese. Open Fiber è un soggetto cosiddetto wholesale only, vende solo agli altri operatori, non vende all’utilizzatore finale e soprattutto è un soggetto neutrale cioè non fa competizione con i propri clienti.

La nascita di Open Fiber ha portato in questo paese un po’ di competizione e, tipicamente, la competizione, se sana, può portare a dei buoni risultati e quindi l’Italia ha iniziato a scalare la classifica dei paesi europei dove c’è la maggiore penetrazione FTTH, in particolare si vede che siamo uno dei paesi sul podio, quindi fra i primi tre, in fatto di delta rispetto alla situazione precedente; stiamo crescendo molto più velocemente dei tantissimi altri paesi europei nella diffusione delle FTTH.

La filosofia di Open Fiber e di riutilizzare al massimo quello che c’è, laddove non c’è niente il modello da utilizzare per utilizzare quella parte è ancora in discussione perché abbiamo l’ambizione di essere noi a cablare il paese.

In questo scenario nasce proprio la nostra idea di realizzare quello che abbiamo chiamato un xPoP BACKBONE, avendo la fortuna di non avere legacy, perché stiamo realizzando una rete tutta ex novo, partiamo da un foglio completamente bianco che possiamo disegnare come vogliamo. Ho fatto tesoro delle mie esperienze passate, di quello che ci dicevamo, so più o meno come si muovono i dati in tutto il pianeta, la stragrande maggioranza dei dati dei traffici è il cosiddetto il Data Center to Data Center. Io lo voglio estendere dicendo: punto notevole verso punto notevole, dove, nei punti notevoli, metto i Data Center metto i Neutral Access Point, metto le Landing Station dei cavi sottomarini perché sono sempre a un passo dai DC o dai NAP. Un xPoP backbone è semplicemente un backbone con la più bassa latenza possibile.

MG: Chi vi aspettate che sarà interessato a questo servizio, che tipo di clientela vi aspettate?

SB: Sicuramente tutti i nostri clienti, quindi tutti gli operatori di telecomunicazioni, che hanno bisogno anche loro di raggiungere questi punti per servire le loro clientele, con la nostra rete o quella di altri. Sicuramente tutti i content provider, tutte le piattaforme di cloud computing perché dovranno distribuire i loro server, le loro unità di storage, in questi punti e poi avranno necessità di collegarle ad alta velocità, più anche i system integrator che di nuovo magari fornendo servizi di cloud computing di partnership con i grandi OTT, avranno bisogno di raggiungere questi nodi e di collegare magari proprio l’azienda end user.

MG: I vostri punti sono tutti in Italia o ci sono punti anche fuori dall’Italia?

SB: In questo momento il perimetro di competenza di Open Fiber è italiano quindi sono tutti punti sul territorio italiano, è chiaro che da alcuni di questi, come ben sai, poi si parte verso il resto di Europa e del mondo e in alcuni di questi punti sono già presenti con le loro reti i grandi Player internazionali. Il nostro servizio sarà anche un veicolo per questi grandi Player che sono presenti a Milano di riuscire ad arrivare anche in altre parti d’Italia di loro interesse.

MG: il servizio è già attivo?

SB: Il servizio è già attivo, non ancora su tutti i punti che abbiamo in programma di collegare, ma è già attivo su circa il 50% dei nodi di rilevanza del paese. Va di pari passo con l’estensione del nostro cablaggio.

MG: Ultima domanda sul futuro: quali sono le sfide che ti aspettano in Open Fiber?

SB: Come ho detto prima sta cambiando la compagine dell’azionariato di Open Fiber, cassa depositi e prestiti diventa l’azionista di maggioranza quindi grande messaggio del sistema paese che crede in Open Fiber. La prossima sfida, quella più imminente, è quella delle aree grigie. Open Fiber si candida per cablare tutte le aree grigie del paese, ovviamente ce ne sarà una parte soggetta a gare e ad intervento pubblico che il governo sta valutando, quindi li parteciperemo alle gare e per quelle che riusciremo a vincere faremo il nostro mestiere del cablaggio, la parte che non sarà soggetto di gara noi la cableremo. L’idea è far diventare Open Fiber il player più rilevante per la connettività in fibra di tutto il paese,lo è già e lo deve rimanere.

 

 

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