— Di Maurizio Goretti, Direttore Generale Namex
L’estate è l’occasione per guardarci intorno e fare il punto sull’anno passato. Per chi lavora in Namex, è il momento giusto per riflettere su quanto l’infrastruttura che contribuiamo a costruire ogni giorno sia, prima di tutto, una storia di persone, relazioni e comunità.
Tutto è cominciato trent’anni fa, nel 1995, con la nascita di NapRoma, un Network Access Point che ha iniziato la sua storia all’interno di un consorzio universitario romano, il Caspur, nel campus dell’Università La Sapienza. Erano appena quattro gli ISP interconnessi, e nessuno immaginava che quel nucleo embrionale avrebbe dato vita, negli anni, al principale punto di interscambio dell’Italia centrale e meridionale.
Oggi, Namex è una realtà neutrale, indipendente, senza fini di lucro, che riunisce 195 ISP consorziati e 267 reti interconnesse, tra fornitori di contenuti, operatori internazionali, istituzioni, enti di ricerca e provider nazionali e locali.
Una comunità tecnica, ma anche umana, che ha fatto della collaborazione un metodo e dell’incontro un valore.
Il nostro evento annuale – NAM 2025 – ha portato oltre 700 persone da 270 aziende al Gazometro di Roma, a testimonianza di una comunità viva, presente, consapevole. Lo stesso spirito anima gli appuntamenti informali come le birre mensili a Roma (RMNOG) e quelle bimestrali a Bari (BariNOG): momenti in cui la tecnica incontra la fiducia reciproca, e da cui spesso nascono
idee, progetti, soluzioni condivise.
Namex è nato a Roma, ma guarda sempre di più al Mediterraneo. Non è solo una questione geografica – anche se i cavi BlueMed e Unitirreno ci porteranno sempre più vicini al cuore pulsante del traffico intercontinentale – ma culturale.
Il Mediterraneo è per noi un orizzonte di scambio, un invito al dialogo, uno spazio naturale per valorizzare ciò che siamo: una rete di reti, ma soprattutto una rete di persone.
Lo dimostrano progetti come ANIX in Albania, le attività di formazione tecnica agli operatori regionali, e l’idea – mai venuta meno – che la sovranità digitale passa anche per l’autonomia infrastrutturale locale.
Con Namex Observatory, con i nostri POP nei principali data center di Roma , con le nuove rotte che si aprono, vogliamo continuare a essere ciò che siamo sempre stati: un facilitatore, un luogo di fiducia, un punto di incontro.
Buona estate a tutte e tutti.
Che sia un tempo di riposo, ma anche di visione. Perché costruire
Internet, oggi più che mai, significa costruire comunità.