NAMEX NEWSLETTER | OTTOBRE 2025

CONSORZIO

Una rete sempre più complessa, tra streaming e regole

— Di Maurizio Goretti, CEO di Namex

È ricominciata la stagione dello streaming online – e, come ogni anno, le partite di calcio stanno già generando picchi di traffico significativi sulle reti di trasporto e distribuzione dei contenuti. Anche quest’autunno Namex ha aumentato sensibilmente la capacità della propria infrastruttura per far fronte al traffico crescente e garantire ai provider, ai broadcaster e ai grandi Content Delivery Network collegati ai nostri IXP la migliore qualità di interconnessione possibile.

Ma non è solo la stagione dello streaming: è anche quella delle conferenze e del confronto internazionale.
Appena rientrati dall’European Peering Forum, abbiamo toccato con mano quanto la dimensione regolatoria stia diventando sempre più determinante per il futuro delle reti.
Gli Hypergiant – i grandi attori globali del traffico Internet – stanno ottimizzando e automatizzando la loro presenza negli IXP (oggi oltre 200 punti di interconnessione attivi nel mondo) per gestire una rete sempre più distribuita e critica. E lo fanno con crescente attenzione ai vincoli regolatori, consapevoli che anche una singola norma nazionale può incidere sulle loro scelte infrastrutturali.

Nel frattempo, il mercato italiano delle telecomunicazioni – e, conseguentemente, quello dell’interconnessione – sta attraversando una fase di profonda trasformazione.
Il nuovo equilibrio che si sta delineando dopo la cessione della rete TIM e la creazione di FiberCop, insieme alla fusione tra Fastweb e Vodafone e alla prossima acquisizione di Sparkle da parte di Retelit, cambierà in modo significativo le modalità di scambio del traffico tra content provider ed eyeball network nel nostro Paese.
Sono passaggi che avranno un impatto importante anche sugli ecosistemi di interconnessione e sugli Internet Exchange Point, chiamati a mantenere neutralità, efficienza e capacità di adattamento in uno scenario che evolve rapidamente.

INTERVISTA DEL MESE

"La nostra legge può favorire il business dei datacenter in Italia, a vantaggio di tutti gli attori".

Intervista all'onorevole Giulia Pastorella - deputata, vicepresidente di Azione

(A cura di Alessandro Longo, giornalista, esperto di tecnologia)

Giulia Pastorella (Azione) è tra i firmatari di un una proposta di legge – la prima in Italia – sui datacenter. Ed è una dei politici più attenti all’ambito dell’innovazione. 

Onorevole, partiamo dalle basi: perché l’Italia ha bisogno di una legge sui datacenter?

Perché nonostante siano infrastrutture non nuove e sempre più richieste da operatori e da aziende che hanno bisogno di potenza computazione, i datacenter non esistono nella normativa italiana.

Non esistono? Addirittura?

Già: non c’è un codice ateco, non sono previsti nella normativa fiscale, urbanistica, ambientali.

E perché è un problema, nella pratica?

Per tanti motivi.

Certe destinazioni d’uso che i comuni scelgono per questa infrastruttura, basandosi su norme non pensate per i datacenter, prevedono ad esempio la necessità di avere tanti parcheggi. Oppure: il caos della burocrazia, non si sa chi deve rilasciare l’autorizzazione per inizio lavori. Il Comune? Il ministero? Quale? Ne vengono tantissimi ritardi per l’autorizzazione.

Abbiamo qualche stima sui ritardi?

L’attesa media è molto più lunga che nel resto d’Europa, a quanto mi raccontano: cinque anni.

HOT TOPIC

Lo Stato si accorge dei Data center

— Di Christian Cinetto, Responsabile Comunicazione e contenuti di Namex

Negli ultimi mesi si è aperto quello che potrebbe essere ricordato come uno spartiacque per l’infrastruttura digitale italiana: il Parlamento ha messo mano a un disegno di legge che finalmente tenta di dare ai data center uno statuto normativo proprio, togliendoli dall’ombra delle etichette “impianto industriale” o “opera infrastrutturale generica” e, per quanto ci riguarda, riconoscendone l’essenza strategica per l’ecosistema Internet nazionale. La proposta di legge C. 1928, delega al Governo per organizzazione, potenziamento e sviluppo tecnologico dei “centri di elaborazione dati”, mira a colmare un vuoto regolatorio ormai insostenibile: l’Italia è sempre più attrattiva per gli investitori grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo, alla spinta dei servizi cloud e all’AI, ma vincoli locali e burocrazia rischiano di farci perdere occasioni.

POLITICHE REGOLATORIE

Verso il Digital Networks Act, il futuro quadro regolamentare delle comunicazioni elettroniche in Europa.

— Di Innocenzo Genna, Giurista specializzato in politiche e regolamentazioni europee per il digitale, la concorrenza e le liberalizzazioni

La proposta di Digital Networks Act (DNA), che la Commissione europea dovrebbe pubblicare a dicembre 2025, rappresenterà un momento cruciale per l’evoluzione del quadro regolamentare delle telecomunicazioni europee. Questo ambizioso progetto legislativo, definito dalla Vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen come ” the biggest digital legislation the Commission will propose this year”, mira a modernizzare profondamente la regolamentazione del settore, ma si trova anche al centro di accesi dibattiti, particolarmente per quanto riguarda il futuro del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (EECC).

BALCANI

Namex nei Balcani: Kosovo, Macedonia del nord e Albania

— Di Daniele Arena, Peering developer di Namex

Il nostro impegno per lo sviluppo dell’ecosistema Internet nella regione dei Balcani prosegue con nuove azioni concrete e con la volontà di costruire relazioni di lungo periodo basate su fiducia, supporto tecnico e condivisione di competenze. In questi mesi abbiamo portato avanti diverse attività in Kosovo e Macedonia del Nord, e stiamo già lavorando alla prossima edizione dell’ANIX Meeting in Albania. Di seguito, un breve aggiornamento su ciò che abbiamo fatto e su cosa bolle in pentola.

OSSERVATORIO NAMEX

Il calcio è tornato: Serie A e UEFA Champions League generano nuovi picchi di traffico

— Di Flavio Luciani, CTO di Namex

La nuova stagione calcistica è iniziata col botto. Sia la Serie A che la UEFA Champions League sono tornate, deliziando i tifosi e generando un intenso traffico online. Mercoledì sera, la copertura esclusiva della UEFA Champions League di Amazon Prime Video è partita nel migliore dei modi possibili. La partita tra Ajax e Inter ha segnato il primo grande picco di traffico della nuova stagione per Namex, con lo streaming live che ha spinto il traffico vicino a 1,2 Tbps. Pochi giorni dopo, il ritorno della Serie A ha generato un’altra impennata. L’attesissima partita tra Juventus e Milan, trasmessa in streaming su DAZN, ha generato un picco di traffico significativo.

La foto del mese

Agosto al data center, il NOC ha trovato il suo mare… di fibre. Foto dedicata a tutti i tecnici della community, i custodi della rete.

OTTOBRE

18-19  Maker Faire, Roma Gazometro

20-24  RIPE 91, Bucharest

21 RMNOG, Roma

21-23 Capacity Europe, Londra

NOVEMBRE

4-6 Peering Asia, Manila

12-13 Salotto Mix, Milano

18 RMNOG – special edition, Roma

18-20 LINX, Londra

24 Bari Nog

26 VSIX meeting, Padova

30 – 2 dicembre Euro IX, Madrid

News

NOTIZIE DA NAMEX E DINTORNI

Namex nei media

» Internet si trasforma tra geopolitica e tecnologia
Il nostro CEO Maurizio Goretti è stato intervistato da ICT Business sull’evoluzione di Internet come infrastruttura cruciale nelle nostre vite. Dall’esplosione del traffico dati (+300% dalla pandemia) al ruolo strategico dei cavi sottomarini, dalle sfide dell’intelligenza artificiale alla crescita di Roma come hub complementare a Milano. Un’intervista che tocca temi cruciali per il futuro della connettività, dalla sovranità tecnologica alla visione policentrica che Namex porta avanti da 30 anni.
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» Come costruire e sostenere un IXP di successo
Il nostro CTO Flavio Luciani ha pubblicato un articolo sul blog di APNIC dedicato alle best practices per creare e far crescere un Internet Exchange Point. Partendo dall’esperienza di SGIX a Singapore, Flavio analizza gli elementi chiave del successo: neutralità, trasparenza, capacità di dimostrare valore concreto ai partecipanti e costruzione di una community solida. L’articolo sottolinea come un IXP sia molto più di un’infrastruttura tecnica, ma uno spazio di collaborazione dove operatori di diverse dimensioni si incontrano alla pari.
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Namex agli eventi

» Una nostra delegazione ha partecipato all’European Peering Forum di Bucarest, evento fondamentale per il nostro settore.
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» Siamo stati gold sponsor di Eurekalabria, evento ITNOG on the road dove abbiamo constatato una significa attenzione per l’evoluzione dell’ecosistema nel sud Italia.
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» Il nostro CEO Maurizio Goretti e il CTO Flavio Luciani hanno partecipato all’inaugurazione dell’Edge Data Center di Open Fiber a San Giovanni Teatino (CH), alle porte di Pescara. L’iniziativa concretizza la partnership siglata nel 2024 per lo sviluppo congiunto di una rete nazionale di Edge DataCenter nelle macro-aree dove Namex non è ancora presente. Grazie a questa collaborazione, gli EDC potranno ospitare nodi di interconnessione Namex, portando i servizi di peering e scambio dati sempre più vicini agli operatori e alle comunità locali.
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News dal mondo Internet

» La lunga marcia della Cina nello spazio
Settembre è stato un mese denso per i lanci satellitari della Cina, in orbita bassa. Il Long March 2D, uno dei modelli di razzi vettori più affidabili e di successo in Cina, ha effettuato il suo centesimo volo a fine settembre.
Ad oggi, tutti i 100 lanci del tipo Long March 2D hanno avuto successo.
Queste missioni hanno immesso nello spazio un totale di 316 satelliti scientifici, di telerilevamento, di dimostrazione tecnologica e di altro tipo.
Oltre ai satelliti cinesi, il modello ha anche lanciato satelliti di numerosi clienti stranieri provenienti da Turchia, Arabia Saudita, Venezuela, Paesi Bassi, Argentina, Pakistan e altri paesi. I lanci cinesi sono stati 60 nel 2025.
“Nel prossimo futuro, il Long March 8A sarà utilizzato per dispiegare un gran numero di satelliti per le enormi reti Internet spaziali della Cina”, ha riportato il quotidiano ufficiale China Daily, citando Song Zhengyu, uno scienziato missilistico senior presso la China Academy of Launch Vehicle Technology.
“La Cina ha ora diverse reti satellitari Internet in costruzione, ma mantiene un profilo basso su questi progetti”, ha aggiunto il China Daily.
L’orbita terrestre bassa, o LEO, è l’area dello spazio in cui SpaceX ha inviato più di 7.000 dei suoi satelliti Starlink. La Cina insegue per competere con Starlink. Un concorrente in orbita bassa è Amazon, che prevede di avviare il servizio di una rete satellitare chiamata Project Kuiper entro la fine dell’anno.
Rispetto a SpaceX, la Cina è stata lenta nella costruzione delle costellazioni LEO. Il Paese ha in programma di recuperare il ritardo rispetto a reti come Spacesail, che lo scorso anno ha firmato un accordo con un partner brasiliano per lanciare il servizio nel Paese.

» Unitirreno è completo
“Abbiamo completato l’installazione del sistema di cavi sottomarini Unitirreno, che collega Sicilia, Sardegna, Roma e Genova con 28 coppie di fibre da oltre 20 Tbps ciascuna”. L’annuncio, a settembre, è di Renato Brunetti, ceo di Unitirreno, presidente e ceo di Unidata e presidente Namex.
“Un’infrastruttura all’avanguardia che rafforza la resilienza e la capacità di connettività nel Mediterraneo, rendendo il nostro Paese ancora più centrale nello scenario internazionale”, spiega Brunetti su Linkedin.
“Dopo l’attivazione della tratta Roma–Olbia, oggi è terminata la posa della tratta Sicilia Liguria, il 12 ottobre, finito il collaudo, entreranno in servizio le rotte Mazara–Genova, Mazara–Roma e Genova–Roma”.
“Un progetto ambizioso, durato oltre due anni, realizzato con impegno e visione, che dimostra come l’Italia possa essere protagonista nello sviluppo di reti digitali globali”.
“Sono orgoglioso – dice Brunetti – del lavoro svolto e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo risultato”.
“Unitirreno non è solo un’infrastruttura: è un ponte verso il futuro digitale del Mediterraneo”.
Un ponte che arriva direttamente sul Namex e, tra l’altro, servirà molto allo sviluppo dei sistemi di interscambio in Italia.

» Scontro Ue-Big tech sul Dma
La consultazione avviata dalla Commissione europea sul Digital Markets Act (DMA) si sta trasformando in un terreno di scontro con i giganti della tecnologia. Google e Apple hanno inviato a Bruxelles osservazioni dure nei confronti di una normativa che, a loro dire, rischia di produrre più danni che benefici. Apple ha sostenuto che l’attuale quadro regolatorio penalizza gli utenti europei, costretti a rinunciare o a ricevere in ritardo nuove funzionalità pensate per rendere più fluida l’esperienza digitale. Tra gli esempi citati ci sono la traduzione in tempo reale con gli AirPods, il mirroring tra iPhone e Mac e alcuni aggiornamenti di Apple Maps, sospesi o posticipati proprio per rispettare gli obblighi di interoperabilità previsti dal DMA. Apple ha inoltre sottolineato i rischi legati alla sicurezza e alla privacy derivanti dall’apertura obbligatoria a marketplace di terze parti e a sistemi di pagamento alternativi, arrivando a chiedere esplicitamente la sostituzione del DMA con uno strumento legislativo “più proporzionato e adeguato”.
Da parte sua Google ha denunciato che gli obblighi imposti in materia di ricerca online rischiano di stravolgere il funzionamento stesso del motore, costringendolo a ridurre la visibilità di link diretti verso compagnie aeree o hotel in favore di intermediari che pagano per apparire nei risultati. Un approccio che, secondo l’azienda, non solo penalizzerebbe i consumatori, ma ostacolerebbe anche le piccole e medie imprese europee. Mountain View teme inoltre che l’entrata in vigore del DMA finisca per rallentare l’introduzione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, nel mercato comunitario rispetto al resto del mondo.
La Commissione europea, però, ha respinto l’idea di un passo indietro. Un portavoce ha ribadito che l’obiettivo del DMA non è ridurre i livelli di privacy o sicurezza, bensì offrire ai cittadini europei maggiore libertà di scelta. Resta il fatto che le tensioni non sono nuove: all’inizio del 2025 Bruxelles ha già sanzionato Apple con una multa da 500 milioni di euro per violazione dell’obbligo “anti-steering”. Apple e Google sono finite sotto indagini anche per altre possibili infrazioni delle regole antitrust.
Il confronto dunque è appena iniziato. Le posizioni di Ue e big tech sono al momento molto lontane, ma è importante considerare un contesto in cui da una parte il presidente Usa Donald Trump chiede con forza all’Europa di alleggerire le regole sulle big tech e la stessa Commissione Ue si dichiara più disposta a varare, già da quest’anno, proposte di semplificazioni normative, anche se a vantaggio delle pmi europee non dei colossi americani.

» Riforma del Piano Italia a 1 Giga: fondi, scadenze e un ruolo inedito per il satellite
Il governo italiano ha messo a punto una revisione del Piano Italia a 1 Giga per garantire che i fondi del PNRR destinati alla banda ultralarga non vadano perduti, nonostante i ritardi accumulati nell’attuazione (prevista in precedente per giugno 2026). La cabina di regia per il PNRR a fine settembre ha approvato un pacchetto di misure che allunga i tempi senza ridurre l’ambizione del piano, e la proposta definitiva sarà inviata alla Commissione europea entro l’8 ottobre.
Al centro della revisione c’è il Fondo Nazionale Connettività, uno strumento finanziario creato per integrare le risorse del Piano Italia a 1 Giga e garantire la copertura dei civici nelle cosiddette aree grigie. Sono 700 mila quelli che non riusciranno a rispettare la scadenza del 2026, prevista dal PNNR negli accordi già fatti con l’UE. Il Fondo servirà a finanziare una nuova gara per completare il collegamento a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale, sostenendo la transizione digitale anche nelle zone più difficili da raggiungere.
Il governo utilizzerà circa 700 milioni di euro, provenienti dalle economie generate dal piano originario e da altri interventi gestiti dal Dipartimento per la Transizione Digitale, per avviare due nuovi filoni di copertura.
Il primo intervento riguarda circa 580.000 civici che saranno coperti seguendo le stesse modalità di Italia a 1 Giga, con fibra FTTH o FWA terrestre ad alta capacità. A differenza del piano originale, però, la scadenza non è più fissata al 2026, ma è allineata agli obiettivi europei del Digital Decade, quindi al 2030. Il secondo filone prevede l’adozione di un modello ibrido con il satellite, sperimentato con successo in Lombardia: 95 milioni di euro saranno utilizzati per collegare oltre 80.000 utenze nelle zone più remote tramite backhauling satellitare, completando la connessione con infrastrutture terrestri, mentre per ulteriori 40.000 civici sarà previsto un voucher da 1.300 euro per sottoscrivere un abbonamento satellitare, con un investimento massimo di 50 milioni.
In questo modo, il governo punta a non perdere i fondi del PNRR e a mantenere alta l’ambizione del piano, estendendo la connettività digitale anche alle aree più difficili del Paese, con una combinazione di fibra, FWA e backhauling satellitare che segna una svolta nella strategia infrastrutturale italiana.
Sul punto, in particolare per l’uso del satellite, il piano del Governo ha però suscitato forti critiche dall’opposizione (parlamentari PD) e da AIIP (associazione provider internet italiani), che lo giudicano come un favore fatto a un’azienda straniera, Starlink di Elon Musk. Con il doppio svantaggio quindi di non garantire né la sovranità nazionale sulle reti usate (e relativi dati che vi transitano) né prestazioni di livello “gigabit”, possibili con fibra e FWA ma non con il satellite.